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Stefania Di Carlantonio

Dalla pittura e scultura alle arti applicate, in un progetto sempre in divenire.

Maggiore rispetto per l’individuo e la sua libertà creativa, la rivalutazione del lavoro manuale e del concetto di abilità, si intrecciano con l’esigenza di riprodurre e moltiplicare il prodotto.

Le Arti democratiche, le definiva il socialista William Morris, e ne idealizzava la rinascita medievale in cui ogni uomo potesse rendersi libero con il lavoro delle sue mani e, nello stesso tempo, circondarsi di oggetti belli e di qualità, rifiniti e durevoli, in antitesi all’invadente riproduzione industriale.

Biografia

Olomovimento in alveare
Se un giorno le api dovessero scomparire, all’uomo resterebbero soltanto quattro anni di vita
2012 olio su tela, cm 40×40 (bozzetto)

Grafite su Carta 
2012, misure 100x70cm 39×27,3 inch

Opera Lirica
2013, olio su tela, cm 70×100 2012, misure 100x70cm 39×27,3 inch

Segue le discipline artistiche a cominciare dagli studi, molto presto; è Maestro d’arte e   maturata successivamente in arte applicata. “Mi sono formata in ambiente artistico dedicandomi alla pittura ed alla scultura, lavorando e frequentando ambienti professionali”, l’approccio con il settore tessile comincia, per poi arrivare alla produzione di abiti, ed in particolare abiti da lavoro, con un progetto d’arte (tutt’ora in divenire) di recupero di materiali, gentilmente offerti dalla  Perletti, società e fabbrica di ombrelli italiana, chiesti per poter realizzare delle opere “scultoree”.

Della piccola impresa, SDC di Stefania Di Carlantonio, ne è il coordinatore, aiutata dall’esperienza che ha acquisito nel corso degli anni sia in campo artistico che in quello dell’artigianato, lavorando nel settore delle scenografie teatrali ed in altri ambienti che ne hanno permesso la formazione, impegnata nell’educazione scolastica per promuovere l’arte ed i suoi contenuti e come ceramista che fu l’inizio della sua formazione.

Lo studio riservato all’arte, specialmente pittorica, è quello sull’interazione tra i colori, sulla struttura scomposta dell’immagine che ricreata vibrante compone, come fossero note musicali, uno spazio visivo in continuo movimento ed è anche nella realizzazione delle opere facente parte del progetto che ritroviamo delle strutture tra lo statico ed il dinamico.

“La pittura, sempre ad olio, è il frutto di un’indagine sui risvolti meno appariscenti della materia-luce e della materia-colore. La produzione pittorica di Stefania Di Carlantonio, infatti, non scinde mai da un approccio “concettuale” alle problematiche del fenomeno pittura, volto a concretizzare in stadi di consapevolezza visiva condizioni altrimenti “invisibili” della realtà oggettiva; la sua scultura è tutta in ceramica, arricchita quando da policromie quando da monocrome stesure d’oro…”

Guglielmo Gigliotti (Critico e storico dell’arte)

“Lavorando a questo progetto, ho scoperto come anche un abito abbia in sé la sua struttura, che i sarti direbbero creata da un/a modellista, e che i sarti stessi ricompongono sapientemente con il cucito. Fin qui rimaniamo nell’ambito del lavoro artigianale che accenna, per fortuna, a riemergere. Quando entra il campo delle arti applicate, per fare un esempio, nella realizzazione di un bustier o di un corsetto di un abito da sposa, ci si intravede molto di più di una semplice struttura: la capacità di poter andare ben oltre forme e linee architettoniche e di poter riuscire a comunicare, come fa l’arte, che è forma di comunicazione.”

“Mi sono imbattuta in personaggi storici che hanno affrontato il tema dell’arte applicata all’industria ed all’artigianato, personaggi come Rosa Genoni, “promotrice ” del Made in Italy , che ha prodotto, agli inizi del 900, abiti ispirati ad opere pittoriche del Botticelli, del Veronese, Nicolò Barabino, Bramante, Tiziano, Raffaello, Donatello. Oppure  nella figura di Ernesto Michahelles che disegnò la tuta da operaio detta la tuta di Thayaht, un capo molto semplice dalla struttura a “T” ricavato da un telo rettangolare di tessuto in cotone, da cui venivano ricavate tutte le parti del cartamodello senza spreco di stoffa: la filosofia dell’attuale zero waste, volta a limitare il più possibile la produzione di rifiuti, fino a riuscire ad azzerare o quasi l’utilizzo di discariche, inceneritori, sprechi in genere; una filosofia “niente di nuovo” se si pensa che siamo nel 1919.”

Casa d'arte.

E siamo alla premessa della nascita della SDC di Stefania Di Carlantonio, che nella storia stessa delle arti applicate affonda le sue radici.

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