Di fronte a una ceramica decorata, a un vaso dipinto o a una sedia dal design ricercato, ci si chiede: è arte o artigianato? Dove finisce la mano dell’artigiano e dove comincia quella dell’artista? E soprattutto: perché una ceramica realizzata da Picasso vale milioni, mentre un’opera perfettamente eseguita da un maestro artigiano di Vietri resta, spesso, confinata al mercato locale?
Arte applicata vs Artigianato: una distinzione sfumata
L’arte applicata è l’espressione artistica che si manifesta attraverso oggetti d’uso quotidiano. È il punto d’incontro tra funzione e visione. La teiera di Marianne Brandt per il Bauhaus, ad esempio, non è solo un oggetto per servire il tè: è un manifesto estetico del modernismo tedesco.
L’artigianato, invece, mette al centro la perizia tecnica, la tradizione, la manualità tramandata. Un piatto decorato a mano a Vietri sul Mare ha dietro secoli di esperienza collettiva, regole di stile, una funzione pratica, anche se realizzato con una cura da rendere ogni pezzo unico.
La firma dell’artista: il valore aggiunto
Quando Pablo Picasso, negli anni ‘40 e ‘50, iniziò a lavorare la ceramica nel sud della Francia (in particolare ad Antibes e a Vallauris), non lo fece per ripetere schemi decorativi. Usò il piatto come una tela: lo deformò, lo incise, lo modellò come mezzo espressivo. Un volto inciso su una brocca non era più solo ornamento: era uno sguardo cubista su un oggetto quotidiano.
Il valore aggiunto, qui, non è solo la rarità. È la ricerca. Picasso prendeva un linguaggio millenario, quello della ceramica, e lo re-inventava secondo la propria poetica. Ogni pezzo è testimonianza di un’idea, di una svolta nel percorso dell’artista.
Artigianato artistico: il confine si fa labile
Eppure, esistono ceramisti artigiani che sfumano i confini. Pensiamo a Guido Gambone, artista-artigiano napoletano attivo nel dopoguerra, che ha unito la tradizione vietrese con una sensibilità contemporanea, creando forme nuove e decori astratti che oggi sono ricercati dai collezionisti.
Allo stesso modo, Ettore Sottsass con il gruppo Memphis ha progettato mobili, ceramiche e oggetti d’arredo che sono arte funzionale: colori accesi, forme audaci, provocazioni visive su pezzi d’uso. Eppure si arrabbiava quando gli dicevano che era un artista, perché si definiva un architetto.
Oggi: arte, moda e design oltre i confini
Nel panorama contemporaneo, artisti e designer stanno ridefinendo continuamente i confini tra arte e oggetto. Basti pensare a Simone Crestani, che lavora il vetro come fosse materia viva, creando sculture funzionali di estrema raffinatezza. O a Elena Salmistraro, designer e artista visiva che coniuga mitologia, grafica e ceramica in pezzi che sembrano usciti da una narrazione fantastica.

Un altro esempio emblematico è il lavoro del maestro Antonio Fiore: i cinque gilet futuristi realizzati ognuno per una persona diversa. Quello nella foto è quello dedicato a sua moglie Maria Pia.
Un progetto che unisce: SDiCarlantonio
In questo scenario si inserisce il nostro progetto: un sito e-commerce che va oltre la semplice vendita perché è un collettore di creatività. Riunisce artisti, designer e artigiani che lavorano su moda, accessori e gioielli come se fossero opere uniche. Ogni pezzo venduto racconta una storia, nasce da una ricerca personale, porta con sé l’intenzione artistica e il saper fare italiano.
SDiCarlantonio non è solo una vetrina, ma una risposta concreta alla crisi dell’artigianato e alla serializzazione della creatività. Offre uno spazio dove il lavoro manuale incontra la visione, e dove l’oggetto torna a essere portatore di identità, cultura e valore.
Oggi, più che mai, è fondamentale sostenere chi crea con intenzione. L’arte applicata e l’artigianato artistico non sono nostalgie del passato, ma strumenti per ripensare il presente. Progetti come SDiCarlantonio mostrano che il futuro della creatività italiana può (e deve) passare da qui: dalla fusione tra mano e mente, tra utilità e visione, tra oggetto e pensiero.